"...Non credere a quanto ti viene annunciato come verità dottrinale solo per la forza carismatica di chi lo fa; né devi credere per un fatto di religione, di cultura, di casta, o di razza; né per un'imposizione qualunque, sia pure manifestata in buona fede. Credi solo se quanto ti viene indicato trova corrispondenza nella tua anima e nel sano giudizio che alberga in te. Solo così sarai un uomo libero e capace di promulgare, a tua volta, la Verità agli altri." Gotama Siddartha, il Buddha
11 novembre 2013
UNESCO: USA e Israele morosi perdono diritto di voto
Erano morosi da due anni, e come prevedono le regole hanno perso il loro diritto di voto. L’azione, presa dall’Unesco, coinvolge Stati Uniti ed Israele che dal 2011 non versavano più contributi finanziari all’agenzia delle Nazioni Unite. Il mancato pagamento di Washington e Tel Aviv era un atto di protesta contro l’ingresso e l’ammissione, proprio nel 2011, della Palestina come Stato membro dell’Organizzazione.
Da allora l’Unesco è stata costretta a tagliare le spese e ad operare numerosi ridimensionamenti (anche con licenziamenti di personale), soprattutto se si considera che il contributo versato dagli Usa era pari al 22% del budget totale, una cifra che si aggirava attorno ai 70 milioni di dollari all’anno (‘solo’ 2 milioni quelli versati da Israele).
Ovviamente, per contro, la perdita del diritto di voto all’Unesco contribuirà a diminuire il ‘peso’ mondiale degli Usa in programmi relativi all’istruzione – particolarmente quella femminile – e alla libertà di espressione. Benché l’attuazione della regola prevista dall’Organizzazione estrometta Washington dalle decisioni ‘operative’, il suo ambasciatore presso l’agenzia dell’Onu, David T. Killion, ha fatto sapere che comunque il Paese resterà “al tavolo” esprimendo ammirazione per l’operato dell’Unesco che ha definito “un partner fondamentale per la creazione di un futuro migliore”, annunciando inoltre l’intenzione di Obama di trovare fondi per ripristinare il contributo con la conseguente riammissione degli Usa come membro votante.
Al momento della ‘ritirata’ statunitense l’Unesco ha cercato di tappare parzialmente la falla creando un fondo di emergenza dove era riuscita a raccogliere contributi da alcuni Paesi tra cui Qatar, Norvegia e Arabia Saudita. Rammarico per l’inevitabile epilogo è stato espresso da Irina Bokova, direttrice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: “sono profondamente dispiaciuta” ha detto infatti, specificando però che il provvedimento non è “una specie di punizione fatta dall’Unesco a causa del mancato pagamento. Si tratta semplicemente delle nostre regole”.
Leggi art completo: http://it.ibtimes.com/articles/58695/20131109/usa-unesco-israele-palestina-voto-onu.htm#ixzz2k9or3DwD
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