I cittadini europei in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati
Considerata
l'avversione dei cittadini verso gli organismi geneticamente
modificati, la multinazionale americana Monsanto ha annunciato che
ritirerà tutte le domande già presentate all'Ue per ottenere
l'autorizzazione alla coltivazione di prodotti OGM con unica eccezione
di quella relativa al mais Mon810.
Monsanto ha confermato che nei prossimi mesi ritirerà quasi tutte le richieste per la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) nell'Unione europea, a causa dell’avversione dei cittadini verso queste colture. Greenpeace accoglie favorevolmente l'annuncio, ma ricorda che la società statunitense cercherà di continuare la vendita del suo controverso mais MON810, ultimo residuo delle coltivazioni OGM in Europa.
Monsanto ha confermato che nei prossimi mesi ritirerà quasi tutte le richieste per la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) nell'Unione europea, a causa dell’avversione dei cittadini verso queste colture. Greenpeace accoglie favorevolmente l'annuncio, ma ricorda che la società statunitense cercherà di continuare la vendita del suo controverso mais MON810, ultimo residuo delle coltivazioni OGM in Europa.
Monsanto aveva
già annunciato a maggio scorso di voler riconsiderare le sue operazioni
in Europa, a causa delle regolamentazioni severe e della mancanza di
sostegno politico per le sue colture OGM.
Attualmente, solo in Spagna ci sono coltivazioni non irrisorie (circa
100 mila ettari) di MON810. La propaganda di Monsanto per anni ha
raccontato di coltivazioni anche in Portogallo, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Polonia e Romania, ma si tratta di superfici insignificanti.
“Questa è una buona notizia per la ricerca, gli agricoltori e icittadini europei. Dopo venti anni di propaganda, Monsanto deve
accettare che gli OGM sono tanto inefficaci quanto impopolari”,
dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura
Sostenibile di Greenpeace.
Ogni
settimana ci sono nuove prove degli effetti pericolosi sull’ambiente
delle colture OGM, che consolidano la forte opposizione da parte di
agricoltori, consumatori e governi: alla fineMonsanto
dovrà ritirare anche il mais MON810. Questo passo potrebbe finalmente creare lo spazio necessario all’agricoltura e
alla ricerca scientifica europea per concentrarsi su pratiche e
tecnologie moderne che offrono reali progressi per la produzione
alimentare, senza impattare negativamente sull'ambiente, la salute e sul
sistema agricolo continentale.
Nel gennaio dello scorso anno, anche l’azienda chimica tedesca BASF ha
annunciato il suo ritiro dal mercato Ue, sempre a causa
dell’opposizione degli europei verso i prodotti OGM. L'autorizzazione
per la coltivazione del MON810 in Europa è scaduta da tempo e questo mais deve essere sottoposto a una nuova valutazione sulla sua sicurezza.
“L’annuncio di Monsanto dimostra
ancora una volta che il divieto alla coltivazione del MON810 in Italia,
siglato la scorsa settimana, era un atto dovuto e necessario. Adesso è
urgente ladecontaminazione dei due campi in Friuli seminati a giugno con mais OGM. Non c’è più tempo da perdere” conclude Ferrario.
Una scelta obbligata della
crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in
quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai
cibi geneticamente modificati e che deve riguardare anche il mais Mon810
nei confronti del quale l’Italia ha approvato un decreto
interministeriale che ne vieta la coltivazione nel territorio nazionale
per l’impatto negativo sull’ambiente. È quanto afferma la Coldiretti nel
commentare la decisione della multinazionale americana Monsanto di
ritirare tutte le domande già presentate all'Ue per ottenere
l'autorizzazione alla coltivazione di prodotti Ogm, con l'unica
eccezione di quella relativa al mais Mon810.
A livello nazionale l’opposizione agli ogm è
ancora maggiore con quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che si
sono detti contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati
(Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14 per cento rispetto allo
scorso anno, secondo i dati Ipr marketing. Con il crescere
dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad
appena il 10 per cento i favorevoli ma - sottolinea la Coldiretti -
diminuiscono anche coloro che non hanno una opinione o non rispondono al
14 per cento.
Vale
la pena ricordare che – sottolinea della Coldiretti - sono già 8 i
Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia,
Bulgaria, Polonia, Austria) che hanno adottato la clausola di
salvaguardia per impedire la contaminazione dei propri terreni. In
Europa - continua la Coldiretti - sono rimasti solo cinque Paesi
(Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare
Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati
nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola
comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie
totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le
elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA.
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude la Coldiretti - non pongono solo seri problemi disicurezza ambientale e alimentare,
ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande
alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della
distintività e del Made in Italy.
Fonti: Greenpeace, Coldiretti
Nessun commento:
Posta un commento
Caro amico/a
Inserisci il tuo commento rispettando te stesso le tue idee ed anche le altre persone con le loro idee. Sono vietati i contenuti offensivi per se stessi e per gli altri. Namaste
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.