nov
27
2012
La
prossima settimana sarà decisiva per il futuro di Internet. Le Nazioni
Unite hanno reclamato il potere di controllo centralizzato delle rete
globale di comunicazione attraverso il proprio ente di riferimento (ITU)
sollevando un vespaio di proteste e di mozioni a sfavore da parte di
membri del parlamento europeo.
Si è mosso persino un gigante del web
come Google, perchè
le sue tasche potrebbero essere colpite duramente: parte della proposta
è infatti quella di tassare il traffico internet spiccando parte degli
introiti verso le compagnie telefoniche. A serio rischio anche la
libertà della rete, se dovesse essere riconosciuto il diritto di censura
sul web ai governi nazionali che l’hanno richiesto. Lòthlaurin
L’appuntamento è a Dubai, dal 3 al 14 dicembre. Alla World Conference on International Telecommunications 2012
(WCIT 2012) si deciderà il destino della Rete. O per lo meno si
affronteranno alcuni dei temi che da mesi agitano l’universo del web e
che hanno per oggetto le regole alla base della grande rete telematica.
Ad agitare i lavori è arrivata in queste ore una mozione a firma di
alcuni parlamentari europei per opporsi al trasferimento all’ITU, l’International Telecommunications Union (l’organismo per le telecomunicazioni dell’ONU), dei poteri di controllo di Internet, al momento esercitati dall’ICAAN.
La petizione proposta all’Assemblea della
UE, che ricalca nella sostanza l’opposizione alle possibili risoluzioni
dell’ITU eretta da Google, chiede agli Stati membri di rifiutare le
modifiche ai regolamenti ed è finalizzata ad evitare che vengano meno la
libera circolazione delle informazioni in Rete e le relazioni d’affari,
nonché il funzionamento e la gestione di Internet.
Ufficialmente, le proposte che verranno
presentate al vaglio del consiglio e del segretario generale dell’ITU,
sono ancora top secret. Qualche documento, a quanto riporta il sito wcitleaks.org,
è stato però svelato in anticipo e fra questi ce n’è uno (datato 13
novembre) che vedrebbe la Russia, paradossalmente, avanzare la richiesta
di maggiore democrazia per il controllo della Rete. Più precisamente: «Gli
Stati membri dovrebbero avere gli stessi diritti per gestire Internet,
anche in relazione alla ripartizione, assegnazione, numerazione e
denominazione degli indirizzi e all’identificazione delle risorse,
nonché per il supporto allo sviluppo dell’infrastruttura di base di
Internet». Messaggio che ha per destinatari, di fatto, il Ministero
del Commercio USA e il governo di Washington, rei di avere eccessivo
peso nella giurisdizione delle regole del web.
Altro argomento centrale della WCIT 2012 è quello della ventilata tassazione degli operatori “Over the Top”,
e cioè i colossi dei contenuti digitali che viaggiano sulle reti mobili
come Google, Facebook o Apple. Il tema è oggetto di contenzioso da
tempo, con il carrier Telco a batter cassa (Telecom Italia e Deutsche
Telekom i paladini di questa linea in Europa) nei confronti dei content
provider per ottenere una parte degli introiti generati dal traffico dati
(per il download e l’upload di video, apps e altro) che viaggia sulle
loro infrastrutture. Oltre alla questione economica, a Dubai si dovrà
discutere di quella relativa alla censura dei contenuti online, che alcuni Stati pare vogliano richiedere come diritto.
Alcuni esperti ipotizzano in tal senso, nella peggiore delle ipotesi, il pericolo di una separazione della Rete,
eventualità molto peggiorativa rispetto alle attuali restrizioni
all’accesso di alcuni siti in Paesi (la Cina per esempio) dove vige uno
stretto controllo del web da parte delle autorità governative. Per
questo Google è scesa in campo con Take Action,
campagna online il cui intento è quello di sensibilizzare la community
Internet mondiale sull’eventuale aggiornamento delle regole che
riguardano il web e in particolare quelle che interessano gli Over the Top. Lo slogan coniato per l’occasione da Mountain View è il seguente: “Un mondo libero e aperto dipende da un web libero e aperto”.
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