20 dic 2013 – Parlare di cancro oggi è come inoltrarsi in un campo
pieno di dolore, delusione, impotenza.Esso rappresenta una delle
maggiori cause di morte del mondo occidentale.Ma non è sempre stato
così. Nei tempi antichi era una patologia estremamente rara e sporadica
e, in alcune culture, pressochè sconosciuta.
Nei sacri testi della medicina indiana antica (I sec. d.C.) comincia timidamente a comparire e subito viene messo in relazione, insieme ad altre malattie, con il progressivo deterioramento dell’alimentazione e l’allontanamento dai cibi semplici offerti dalla natura.
Con il passare dei secoli lo ritroviamo ai primi posti nelle
classifiche di incidenza e mortalità, dopo aver assistito a un
cambiamento profondo del nostro modo di vivere e di alimentarci.
La relazione tra tali eventi apparirebbe chiara alle persone di
buona volontà e di normale intelletto, invece, per fronteggiare questa
patologia, si è dovuto costruire un armamentario terapeutico e
tecnologico che, nel tempo, non ha portato a nulla di più che a una
certa precocità della diagnosi.
Questo enorme apparato ha però divorato ingenti risorse economiche
che gli stati hanno generosamente concesso, senza apparentemente
chiedere nulla in cambio, se non il funzionamento del sistema stesso.
La ricerca indipendente
Ma è proprio vero che il mondo del cancro e la ricerca su di esso debbano essere ineluttabilmente predeterminati?
Molti studiosi, negli anni, hanno cercato di percorrere strade
diverse rispetto a quelle tradizionali, e quasi sempre con ottimi
risultati, ma si sono dovuti scontrare con un apparato immensamente
potente che li ha delegittimati e ridotti al silenzio. È il caso di
Cooley, Breuss, Moermann, Bonifacio, Gerson, Kousmine, Pantellini,
Hamer, Di Bella e altri ancora.
L’accusa mossa a questi ricercatori è sempre stata la stessa:
l’inefficacia terapeutica (vedi le famose sperimentazioni/beffa sul
metodo di Di Bella e prima ancora su quello di Bonifacio) e la mancanza
di studi pubblicati su riviste scientifiche accreditate che sono, in
genere, direttamente finanziate dalle multinazionali farmaceutiche,
pertanto tutt’altro che indipendenti.
Allora cosa rimane da fare dopo essersi scontrati con i famosi mulini a vento?
Credo che convenga riprendere un antico percorso di salute e di ricerca, cioè quello rappresentato dall’alimentazione.
Evidentemente il mondo è molto cambiato per potersi nutrire
direttamente dalla natura senza la mediazione del supermercato, ma
rimangono ancora preziosi margini di intervento.
La trofoterapia, ovvero la cura attraverso il cibo dovrebbe
ripristinare l’equilibrio biologico del nostro corpo soddisfacendo tre
istanze fondamentali :
1) ripristinare l’equilibrio acido-base che dovrebbe essere
lievemente alcalino per compensare l’acidosi, terreno fertile per
infiammazioni e malattie degenerative;
2) ridurre lo stress ossidativo per limitare i danni che le cellule
e i tessuti subiscono ad opera dei radicali liberi, qualora siano in
eccesso;
3) apportare una maggiore quantità di micronutrienti che, nella
moderna alimentazione industriale, sono man mano andati perduti e che
invece il nostro organismo reclama per le sue funzioni biologiche:
vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi.
In che modo possiamo ottemperare alle giuste richieste del nostro organismo attraverso una sana alimentazione?
I principi dell’alimentazione preventiva e curativa
In primo luogo dobbiamo evitare di intossicarci ulteriormente
prediligendo alimenti biologici privi di sostanze chimiche estranee e
tossiche come pesticidi, erbicidi, concimi chimici oltre a tutti i
molteplici additivi alimentari come i conservanti, coloranti,
edulcoranti che, oltre a mascherare le carenze organolettiche dei cibi
di pessima qualità, presentano frequentemente un’azione cancerogena.
Inoltre è sempre meglio scegliere i cibi integrali, specie i
cereali, che sono ricchi di minerali, fibre e acidi grassi essenziali,
sostanze in grado di apportare quei micronutrienti dei quali il nostro
corpo ha un disperato bisogno.
Ci sono molti alimenti di uso pressoché quotidiano che, oltre a
soddisfare le condizioni riferite in precedenza, possiedono anche una
vera e propria azione anticancro. Parliamo della famiglia delle
Crucifere e Brassicacee cioè i cavoli, i broccoli, i cavolini di
Bruxelles, il crescione, le rape, la verza ecc. che attraverso alcune
sostanze in essi contenute (isotiocianati, ditioltioni,
indolo-3-carbinolo), sono in grado di sviluppare un’azione antitumorale
diretta, un’azione antiproliferativa, e un’altra disintossicante dai
carcinogeni assunti.
Altri alimenti solforati (detti così in quanto contengono zolfo
organico, fondamentale per i nostri meccanismi di difesa) sono quelli
appartenenti alla famiglia delle Alliacee come l’aglio, la cipolla, il
porro, lo scalogno, l’erba cipollina, che rivestono un ruolo protettivo
contro i tumori estremamente potente ed efficace. È necessario
aggiungere che tutti questi ortaggi, per esplicare pienamente la loro
azione, devono essere consumati crudi o, in alternativa, cotti
brevemente al vapore per preservare i loro principi attivi che sono
frequentemente termolabili.
Inoltre i frutti di bosco (lampone, mirtillo rosso e nero, ribes,
ecc.) sono ricchi di sostanze anticancro efficaci come l’acido ellagico,
fenilico e clorogenico, inoltre contengono dei pigmenti ad azione
antiossidante.
Gli stessi agrumi (arance, limoni, mandarini, ecc.) sono ricchi di
polifenoli e flavonoidi e mostrano interessanti proprietà in campo
oncologico. È nota, infatti, la relazione tra l’abbondante consumo di
agrumi freschi ed il basso rischio di sviluppare tumori specie quelli a
carico dell’apparato digerente.
Gli stessi legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, cicerchie,
fave, soia, ecc), un tempo validi sostituti della carne, dovrebbero, a
buon diritto, tornare ad esserlo. La ricchezza in principi
antinutrizionali di questi alimenti (come i fitati e gli inibitori delle
proteasi) ne ha evidenziato un’inedita azione anticancro. La
combinazione dei cereali integrali con i legumi è sopravvissuta indenne
nei secoli e può essere considerata uno dei punti di correttezza
nutrizionale dell’antica dieta mediterranea famosa per gli effetti
positivi sulle malattie cardiovascolari e degenerative tumorali.
Con questi alimenti si può sicuramente imbandire una tavola
salutare ed economica, escludendo o riducendo drasticamente il consumo
di proteine animali, specie quelle derivate da carni e latticini.
Infatti la celebre dieta mediterranea antica, riscoperta e
valorizzata in tempi più o meno recenti, possedeva sicuramente un’azione
antinfiammatoria e protettiva dall’insulinoresistenza, con conseguente
riequilibrio metabolico e protezione dallo stress ossidativo. Essa era
composta fondamentalmente da cereali integrali, pasta di grano duro,
legumi, verdure non amidacee, olio di oliva, frutta, semi oleosi come
olive, mandorle, noci, nocciole e, a seconda della possibilità o della
collocazione geografica, alcune quantità di pesce appena pescato.
La dieta mediterranea, in uso nei paesi dei quali anche l’Italia fa
parte, da simbolo di correttezza nutrizionale è approdata, dopo
infiniti stravolgimenti, alla nostra alimentazione industriale moderna
con le conseguenze che tutti conosciamo.
La dieta occidentale moderna, infatti, si compone prevalentemente
di pane e cereali raffinati, carni, salumi, formaggio, burro, margarine,
patate, zucchero e dolciumi.
L’acqua o il poco vino rosso sono stati sostituiti dalle
innumerevoli bibite gasate, colorate, dolcificate o dai superalcoolici e
dagli alcoolici da supermercato (birre e vino nei cartoni), dei quali
molto spesso si abusa.
Le sostanze chimiche contenute negli additivi alimentari, oltre a
essere direttamente cancerogene, spesso fungono da interferenti
endocrini sulla sintesi, secrezione e trasporto degli ormoni naturali
del nostro corpo, predisponendolo a un ulteriore fattore di squilibrio.
Per questi motivi risulta fondamentale vigilare sulla corretta
alimentazione della nostra famiglia e dei nostri bambini, i quali sono
ancora più esposti all’azione nociva dell’alimentazione industriale
moderna e rappresentano spesso il bersaglio preferito per promuovere la
maggior parte dei cibi spazzatura.
Si può completare la nostra tavola della salute con l’uso frequente
di altri alimenti come la curcuma, conosciuta da millenni e apprezzata
oggi per le sue proprietà antinfiammatorie e antitumorali, il tè verde,
da consumare frequentemente durante la giornata con i suoi polifenoli
anticancro e l’azione antiossidante, i funghi medicinali, a cominciare
dai nostri comuni champignons (agaricus bisporus), per finire con quelli
di origine orientale dotati di spiccate doti di prevenzione e cura dei
tumori e utilizzati, talvolta, in forma concentrata, anche dalla
medicina convenzionale, in associazione ad alcuni chemioterapici per
potenziare l’azione di questi ultimi e ridurne, al contempo, gli effetti
collaterali. Anch’essi dovrebbero essere usati crudi.
Il digiuno: un valido strumento per rimanere in salute
Il campo dell’alimentazione naturale è molto vasto e apportatore di
benefici visibili anche se, talvolta, può essere utile favorire
maggiormente le capacità depurative del nostro corpo attraverso periodi
più o meno lunghi di digiuno.
È risaputo che il digiuno arresta la progressione del cancro e ne favorisce la regressione.
Nei primi decenni del Novecento, Rudolf Breuss, un naturopata
tedesco, proponeva la sua cura del cancro attraverso un digiuno di 42
giorni integrato da succhi di verdure. Il suo ragionamento era semplice:
bloccare l’apporto proteico. Poiché il nostro corpo necessita anche di
proteine per i suoi fabbisogni, sarà costretto a cercarle al suo interno
dove ci sia qualcosa di superfluo e disgregabile come le masse
tumorali. Breuss affermava di aver guarito oltre mille pazienti affetti
da cancro avanzato ad opera dei suoi trattamenti.
In Italia un simile percorso fu portato avanti da Luigi Costacurta
che associò al digiuno altre pratiche igienistiche e fornì una maggiore
caratterizzazione scientifica al suo metodo nutrizionale. Su questi
concetti sono fiorite in tutta Europa delle cliniche del digiuno
assistito (ricordiamo che non tutti sono in grado di sottoporsi ad una
prolungata privazione di cibo).
La qualità della nostra alimentazione si riflette direttamente su
quella del nostro sangue e delle cellule di ogni organo del nostro
corpo, compreso il cervello.
È plausibile, quindi, che il cancro possa risultare da un enorme
squilibrio nutrizionale prolungato nel tempo. Nelle società
tradizionali, dove il cibo è strettamente legato alla natura, il cancro è
pressochè sconosciuto. Se prolunghiamo nel tempo la nostra
alimentazione scorretta e il nostro stile di vita incongruo, il nostro
corpo finirà per esaurire la capacità di eliminazione delle tossine
esogene che impregnano il nostro sistema circolatorio e intestinale.
Quando le cellule perderanno la loro capacità di funzionare,
cominceranno i processi degenerativi, aggravati e favoriti dall’ambiente
acido che, nel frattempo, si sarà formato. Non è tardi per invertire
questa tendenza e modificare tante abitudini sbagliate.
Forse è giunto il momento per cominciare a farlo.
INTERTESTI
Infatti la celebre dieta mediterranea antica era composta
fondamentalmente da cereali integrali, pasta di grano duro, legumi,
verdure non amidacee, olio di oliva, frutta, semi oleosi come olive,
mandorle, noci, nocciole.
È fondamentale vigilare sulla corretta alimentazione della nostra
famiglia e dei nostri bambini, i quali sono i più esposti all’azione
nociva dell’alimentazione industriale moderna
La ricerca indipendente sul cancro: Cooley, Moermann, Bonifacio
W. Cooley
Nei primi anni del Novecento un medico americano osservò la
guarigione di un paziente da un cancro avanzato dopo ripetute infezioni
batteriche. Sperimentò allora una condizione di shock settico in altri
pazienti con cancri terminali, riuscendo a ottenere ottimi risultati.
Sfortunatamente si era in epoca pre antibiotica e talvolta le
infezioni non erano controllabili adeguatamente. In seguito utilizzò
batteri uccisi riportando discreti successi. L’avvento della
chemioterapia spostò l’attenzione su questi metodi che, oggi, si stanno
riscoprendo come molto validi.
Moermann
Questo medico dei Paesi Bassi aveva osservato che gli animali,
nella fattispecie i piccioni viaggiatori, non si ammalavano mai di
cancro, se non in situazioni estreme dovute a una cronica carenza
nutrizionale. Sperimentò su varie popolazioni di piccioni la sua teoria e
ne estrapolò una somiglianza con l’essere umano.
Giunse alla conclusione che per un sano metabolismo, immune dal
cancro, occorrevano otto sostanze fondamentali: acido citrico, ferro,
iodio, vitamine A, B, C, E, zolfo. Moermann imputava l’insorgenza del
cancro a una sorta di “deragliamento del metabolismo”.
Il fatto interessante era che queste sostanze dovevano essere
assunte da cibi freschi, in abbondanza e tutti i giorni, quindi
attraverso succhi di piante e frutti selvatici, uova (senza albume) e
pane integrale. Con la sua dieta guarì centinaia di pazienti da forme
tumorali avanzate
Bonifacio
Questo medico era in realtà un veterinario in un paesino del
Salento. Osservò che le capre non si ammalavano mai di tumore e lo
imputò a qualche fattore intrinseco da loro prodotto. Cercando di
trasferire questa immunità dall’animale all’uomo, Bonifacio localizzò
nell’intestino della capra gli elementi funzionali al suo desiderio e ne
approntò un preparato che riscosse un notevole successo, anche nelle
sperimentazioni cliniche. Sull’onda della pressione popolare si approntò
una sperimentazione che abortì ancora prima di cominciare.
Il Dott. Zora, oncologo siciliano, raccolse il testimone, portando
quelle caratteristiche di purezza e innocuità al preparato originario.
Ma anche una seconda sperimentazione, fatta eseguire in America (non si
sa perché) non ebbe alcun seguito. Il dottor Bonifacio intanto era
morto, deluso e affranto.
BOX pagina 2
Gli alimenti con azione anti cancro
cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, crescione, rape, verza
aglio, cipolla, porro, scalogno, erba cipollina
lampone, mirtillo rosso e nero, ribes,
arance, limoni, mandarini
fagioli, ceci, lenticchie, piselli, cicerchie, fave, soia
funghi
curcuma
tè verde
www.scienzaeconoscenza.itTratto da: Disinformazione
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