Cosa dice la medicina ufficiale?
Iniziamo
a vedere cosa realmente viene fatto a chi OGGI si ammala di cancro.
Nella stragrande maggioranza dei casi si usano, dove è
possibile, unicamente tre metodi: l'asportazione chirurgica, la
chemioterapia e l'irradiazione. Il primo rimedio è del tutto
inutile, perché il tumore non è che lo stadio finale e
più visibile di una situazione patologica che coinvolge tutto
l'organismo.
Nella
prima edizione di questo dossier, vi abbiamo presentato decine di
articoli, tratti dai principali quotidiani e settimanali italiani, in
cui si presentavano grandi scoperte contro il cancro ed alte
percentuali di guarigione che verrebbero assicurate dall'impiego di
nuove sostanze antitumorali. Vi citiamo semplicemente i titoli, gli
articoli questa volta ve li risparmiamo; d'altronde in due anni ne
avremmo potuti raccogliere di nuovi, così come avremmo potuto
presentarvi quelli di cinque o dieci anni fa. Il tono sarebbe stato
sempre lo stesso: la ricerca sta facendo grandi progressi.
- Il Giorno, 22 aprile 1993. Presentato all'ospedale di Niguarda un rivoluzionario sistema. Lotta contro il cancro: tempi ridotti, cure più efficaci e riduzione dei ricoveri.
- L'Espresso, 25 aprile 1993. Due vaccini antitumore creati in Inghilterra.
- Notiziario A.I.R.C., ottobre 1995. Radiazioni e tumori: il futuro è l'adroterapia.
- Medical Tribune n. 2, 20 gennaio 1992. Vaccino anticancro.
- Medical Tribune n. 32, 19 ottobre 1992. Cellule LAK e TIL all'attacco del tumore.
- La Stampa TuttoScienze, 12 gennaio 1994. Tumore, ti rigetto. Autodifesa con vaccini sperimentali.
- Come stai, News, ottobre 1996. Contro il melanoma si sperimenta un vaccino.
- La Stampa TuttoScienze, 11 agosto 1993. Due geni antitumore.
- La Repubblica-Salute, 7 novembre 1996. Cancro un nuovo farmaco.
- Minerva Medica vol. 84, 1993. Antitumorali: il nuovo farmaco vince anche i resistenti.
- Corriere della Sera Inserto Salute, 17 giugno 1991. Prodotto in laboratorio l'anticancro del tasso.
- Medical Tribune, n. 37 23 novembre 1992. Dalle foglie di Taxus l'arma antitumorale.
- L'Unità, 31 marzo 1993. Una sostanza ingabbia le cellule tumorali.
- La Repubblica-Salute, 26 settembre 1996. Quella vitamina combatte i tumori.
Quali sono i risultati reali?
Vediamo
ora quali sono, in realtà, i grandi progressi che da alcuni
anni la scienza sta compiendo nel campo della lotta ai tumori.
Riunione
del settembre 1994 del President's Cancer Panel "Tutto sommato,
i resoconti sui grandi successi contro il cancro, devono essere messi
a confronto con questi dati" aveva detto Bailar, indicando un
semplice grafico che mostrava un netto e continuo aumento della
mortalità per cancro negli Stati Uniti dal 1950 al 1990.
"Torno a concludere, come feci sette anni fa, che i nostri
vent'anni di guerra al cancro sono stati un fallimento su tutta la
linea. Grazie."
Chi è
questo personaggio che esprime idee così eretiche, un medico
alternativo? Un ciarlatano, come è stato definito Di Bella? Un
guaritore che approfitta dei poveri malati? Uno che non conosce le
percentuali di guarigione?
Niente
di tutto questo. Risulta difficile definire ciarlatano o
incompetente, John C. Bailar III, insigne professore di epidemiologia
e biostatistica alla Mc Gill University, uno dei più famosi
esperti di oncologia degli Stati Uniti e dell'intero pianeta. Non
parlava del resto ad una platea di sprovveduti; il President's Cancer
Panel è nato in conseguenza del National Cancer Act, un
programma di lotta contro il cancro, firmato dal presidente americano
Richard Nixon il 23 dicembre 1971 e per cui si sono spesi fino al
1994 ben 25 miliardi di dollari. I dati relativi alla
situazione della lotta al cancro vengono forniti direttamente al
Presidente degli Stati Uniti.
La
conclusione principale di Bailar, con cui l'NCI (National Cancer
Institute) concorda, è che la mortalità per cancro
negli Stati Uniti è aumentata del 7% dal 1975 al 1990. Come
tutte quelle citate da Bailar, questa cifra è stata corretta
per compensare il cambiamento nelle dimensioni e nella composizione
della popolazione rispetto all'età, cosicché l'aumento
non può essere attribuito al fatto che si muore meno
frequentemente per altre malattie.
La
mortalità è diminuita per tumori quali quelli del colon
e del retto, dello stomaco, dell'utero, della vescica, delle ossa,
della cistifellea e dei testicoli. La mortalità per cancro nei
bambini si è quasi dimezzata fra il 1973 e il 1989, in gran
parte grazie alle migliori terapie. Tuttavia, dato che i tumori
infantili erano comunque rari, questo miglioramento - e quello più
lieve registrato nei giovani adulti - ha avuto solo un effetto assai
ridotto sul quadro generale. In totale, gli incrementi della
mortalità per cancro sono circa il doppio delle riduzioni.
Edward
J. Sondik, esperto di statistica dell'NCI, sostiene che vi sarebbe un
aumento di oltre il 100 per cento dei casi di cancro del polmone
nelle donne fra il 1973 e il 1990. Anche il melanoma e il cancro
della prostata hanno avuto incrementi considerevoli, di oltre l'80
per cento, in quel periodo. L'elenco delle patologie la cui incidenza
sembra in aumento comprende anche il linfoma non-Hodgkin, il mieloma
multiplo e i carcinomi della mammella, del rene, del fegato e del
cervello. Sondik ha concluso che l'incidenza totale del cancro è
aumentata del 18 per cento fra il 1973 e il 1990. Secondo l'NCI
alcuni tumori infantili, fra cui la leucemia linfocitaria acuta e i
tumori del cervello e del sistema nervoso, stanno diventando più
comuni.
"Nessun
esperto del settore può continuare a credere che dietro
l'angolo vi sia necessariamente tutta una serie di magnifiche terapie
contro il cancro in attesa di essere scoperte" asserisce Bailar
ribadendo di averne abbastanza della continua sfilata di notizie
sensazionali che fanno credere che una cura risolutiva stia per
essere messa a punto.
Le
chemioterapie esistenti, nonostante i progressi, sono ancora armi a
doppio taglio. Alcuni dei trattamenti per il linfoma e la leucemia
inducono altri tumori, dopo il completamento della terapia per la
malattia originaria. Nel 1984 l'NCI proclamò con grande
risonanza che si proponeva l'obiettivo "raggiungibile" di
dimezzare le morti per cancro (rispetto al 1980) entro il 2000. Da
allora l'istituto non ha fatto commenti sul fatto che l'obiettivo si
è andato sempre più allontanando di anno in anno.
Bailar:
"E se non fossero possibili ulteriori progressi significativi
con la chemioterapia? E' da anni che ci diamo da fare, ma non è
così che si risolverà il problema del cancro ... Gli
oppositori stanno attaccando uno studio sulla prevenzione del cancro
della mammella con tamoxifen, perché si sa che questa sostanza
induce tumori epatici e dell'endometrio." (La speranza è
che il tamoxifen prevenga più tumori di quanti ne causi. n.d.a.)
Tratto
da "Evaluating the National Cancer Program: An Ongoing Process.
President's Cancer Panel Meeting, September 22, 1993. National Cancer
Institute, Bethesda, Md, 1994".
Pubblicato su LE SCIENZE, n° 307, marzo 1994.
Pubblicato su LE SCIENZE, n° 307, marzo 1994.
Non
notate una "leggera" disparità tra i dati che avete
letto ora e le statistiche trionfalistiche che avete sentito dai
famosi clinici italiani? Forse può dipendere dal lasso di
tempo intercorso, in fondo questi dati risalgono al 1993, magari la
situazione è notevolmente migliorata.
Vediamo
allora cosa afferma Bailar nel 1997 su New England Journal of
Medicine, una delle più prestigiose riviste mediche a
livello mondiale. "La guerra contro il cancro è
lontana dall'essere vinta. L'efficacia dei nuovi trattamenti contro
il cancro sulla mortalità è molto deludente." Il
Giornale - Inchiesta sul cancro n° 1.
Se non
siete ancora convinti, o semplicemente desiderate ulteriori dati,
eccone altri due.
Il primo
è la vasta indagine condotta per 23 anni dal Prof. Hardin B.
Jones, fisiologo presso l'Università della California, e
presentata nel 1975 al Congresso di Cancerologia, presso l'Università
di Barkeley. Oltre a denunciare l'uso di statistiche falsificate,
egli prova che i cancerosi che non si sottopongono alle tre
terapie canoniche sopravvivono più a lungo o almeno quanto chi
riceve queste terapie. Come dimostra Jones, le malate di cancro al
seno che hanno rifiutato le terapie tradizionali, mostrano una
sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a
quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte
alle cure complete.
Il
secondo caso riguarda uno studio condotto da quattro ricercatori
inglesi, pubblicato su una delle più importanti riviste
mediche al mondo: The Lancet del 13-12-1975 e che riguarda 188
pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi. La vita
media di quelli trattati con chemioterapia completa fu di 75 giorni,
mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una
sopravvivenza media di 220 giorni.
Anche se
sono passati vent'anni e le sostanze usate in chemioterapia sono
molto diverse, è ragionevole pensare che oggi delle ricerche
simili darebbero gli stessi risultati, se non peggiori; infatti, da
allora, le morti per cancro sono ulteriormente aumentate.
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